SOPRINTENDENZA SPECIALE PER IL PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO ED ETNOANTROPOLOGICO E PER IL POLO MUSEALE

Progetto del logo

Il progetto a cura di Paolo Buonaiuto è il risultato del lavoro, durato circa tre anni, grazie alla vittoria del concorso internazionale per dotare la Soprintendenza e i Musei ad essa riferiti della città di Roma (Polo Museale) di una propria identità. Il lavoro si è sviluppato seguendo le esigenze istituzionali della Soprintendenza rispetto ai singoli musei da essa rappresentati. Il Logo della Soprintendenza è stato concepito come icona – e non, come potrebbe apparire, come una semplice firma – che veicola molteplici elementi significativi, riconducibili allo specifico ambito di competenza della Soprintendenza.
L’istituzione governa i beni di un territorio unico che è quello della città di Roma. È Roma infatti – come “luogo” e come “tesoro” – la fonte di ispirazione del Logo. I valori dello spazio (il “luogo”) e del patrimonio artistico (il “tesoro”) vengono espressi dal quadrato, mentre il lettering e i colori fanno riferimento alla storia e alle peculiarità della Città Eterna.

Origine del Logo Figurativo
Roma viene chiamata nell’antichità “urbs quadrata”. Plutarco la chiama “Roma quadrata”, affermando inoltre che essa era al tempo stesso un cerchio e un quadrato, anche se la città aveva una forma circolare (dovuta alle colline che la delimitano).
In Plutarco “quadrata” vale “quadripartita”: Roma, la città circolare, era infatti divisa in quattro parti da due arterie, il cui punto di intersezione coincideva con il mundus.
La centuriazione è un metodo di razionalizzazione del territorio a cui i Romani sottoponevano le regioni conquistate. Il processo di centuriazione prevedeva, dove necessario, bonifiche, canalizzazioni, livellazioni del terreno, costruzione di strade e fossi. A ciò seguiva il tracciamento sul terreno di un reticolo ortogonale di limites di 20 actus di lato. I limites erano linee funzionali e catastali che conferirono al paesaggio un rigoroso ordine geometrico.

Elementi compositivi del Logo
Il Logo è composto da 3 elementi: la firma, il quadrato e i colori.
– La firma, ovvero il lettering, trae spunto dai caratteri storici di Roma e, per la precisione, da quelli che compongono l’iscrizione della colonna Traianea.
– Il quadrato. Roma viene chiamata dagli antichi “urbs quadrata”.
Plutarco la chiama “Roma quadrata”, affermando inoltre che essa era al tempo stesso un cerchio e un quadrato, anche se la città aveva una forma circolare (dovuta alle colline che la delimitano).
Il quadrato è il simbolo della terra. In quanto figura antidinamica ancorata sui quattro lati, rappresenta un simbolo di solidificazione e stabilizzazione.
I quadrati in questo caso sono due. Affiancati, simboleggiano uno (in oro) il territorio di competenza proprio della Soprintendenza e l’altro (in ocra) l’insieme dei marchi dei musei ad esso afferenti, ossia quelli del Polo Museale della città di Roma.
Il seguente modello a maglie quadrangolari venne utilizzato nell’antichità romana per delimitare luoghi e nuovi insediamenti (centuriazioni) quali accampamenti o città appena fondate.
Il reticolo romano detta le basi delle nuove urbanizzazioni, dove le linee stradali sono i lati di quadrati.
– I colori. L’ocra è il colore della terra su cui si erge la Città Eterna; l’oro è il simbolo del fulgido passato di Roma e dell’inestimabile valore del patrimonio artistico romano di cui la Soprintendenza assicura la conservazione, perpetuandone l’eternità.

Il Logo e suoi riferimenti storici
l logo denominativo intende essere un richiamo diretto all’antichità di Roma attraverso l’uso di caratteri storici.
Il legame con l’incisione “decorativa” e l’archeologia romana è espresso dalla scelta del font “Trajan”, trascrizione dei caratteri della colonna Traiana (113 d.C.).
La spaziatura del font adoperata per la composizione è ottica e non tipografica.
Il logo figurativo è costituito da due quadrati, simboli del “tesoro” e della “Città Eterna”.
Il quadrato rappresenta l’unità. Afferma Thierry di Chartres che l’unità è alla base stessa del quadrato, perché viene ripetuta quattro volte.
Il numero quattro è dunque, in un certo modo, il numero della perfezione divina (la quale si manifesta agli artisti attraverso le idee di perfezione di ciascun concetto o emozione: l’arte); più in generale, è il numero dello sviluppo completo della manifestazione, il simbolo del mondo stabilizzato. (Chas)
Il quadrato introduce l’ingombro come tessera di un mosaico che diverrà funzione attiva elle altre e successive applicazioni del marchio quando esso presenterà le strutture del Polo Museale della città di Roma.


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